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Bulimia nervosa

CONTROLLO INCONTROLLABILE

Il disturbo ha cominciato ad affondare le sue radici in me in maniera subdola e silenziosa. A circa 15 anni ho iniziato ad abbuffarmi, pensando di soddisfare un mio impulso naturale, a cui non potevo assolutamente sottrarmi perché era insito in me. Quando però mi sono resa conto delle trasformazioni che procurava sul mio corpo, si è trasformato in un incubo.
I primi periodi di restrizione li consideravo pause felici in cui riuscivo a dominare l'impulso,  mi facevano sentire piena di forze e finalmente un po’ soddisfatta di me stessa: riuscivo a mantenere il controllo, sperando ogni volta che sarebbe durato per sempre, che avrei potuto definitivamente sconfiggere il pericolo delle abbuffate. In realtà, dopo periodi di durata variabile, cedevo: ricominciavano quindi i sensi di colpa, di fallimento, di totale insoddisfazione.

Le abbuffate occupavano gran parte della mia giornata, mi impedivano di studiare, mi costringevano a rimanere chiusa in casa per la vergogna; quanto più aumentavo di peso, tanto più aumentava il senso di disprezzo e di ribrezzo verso il mio corpo.
Ero ossessionata dalla grossezza delle mie gambe, non sopportavo l’idea di sentire le cosce e le ginocchia toccarsi; percepivo ogni filo di grasso in più che andava a depositarsi sui fianchi, sulla pancia, sul sedere;

misuravo anche i più impercettibili aumenti di peso in base a quanto sentivo più o meno stretti i pantaloni o le maglie

La Bulimia Nervosa è caratterizzata dal presentarsi di abbuffate seguite da comportamenti volti a ridurre il rischio di aumentare di peso o ad eliminare il cibo assunto durante l'abbuffata. Definire un'abbuffata è solo apparentemente semplice: alcune condotte alimentari lo sono chiaramente (le persone mangiano in breve tempo una grande quantità di cibo spinte da una compulsione incontrollabile. Nella realtà il concetto di abbuffata è molto più sfumato: vi sono situazione nelle quali si ha la sensazione di ave perso il controllo del cibo per il semplice fatto di aver assunto un "cibo proibito" anche se in piccola quantità. Che si tratti di abbuffate oggettive o di una situazione più sfumata, le persone che soffrono di bulimia sono "costrette" ad attuare dei comportamenti di compenso come il vomito, il digiuno o altre condotte di questo tenore.
Molto spesso la Bulimia Nervosa esordisce dopo un tentativo di restrizione alimentare, una dieta molto serrata o un periodo più o meno lungo di Anoressia. Non di rado la Bulimia segue un evento stressante e drammatico come un abuso o una violenza.
In una prima fase della malattia le abbuffate avvengo in maniera assolutamente compulsiva ed incontrollabile ma non è raro che, dopo un periodo di tempo, esse vengano in qualche modo programmate. Il cibo viene procurato, comprato apposta o preso in casa; si sa di aver il tempo disponibile per mangiarlo ed eliminarlo; si organizza come smaltire i rifiuti. In queste condizioni le persone possono manifestare anche più crisi bulimiche nella stessa giornata fino a giungere, in casi estremi, ad una condotta bulimica generalizzata che occupa molte ore al giorno.
In alcune persone concedersi una abbuffata produce un effimero senso di sollievo emotivo, talvolta un breve piacere. Dopo poco tempo questa iniziale sensazione gradevole lascia il posto ai sentimenti di colpa, alla angoscia di prendere peso, al vuoto emotivo che finisce per essere riempito con una nuova abbuffata.
Nella Bulimia Nervosa viene attribuita alla immagine corporea ed al peso una importanza estrema, assolutamente innaturale e la propria autostima sembra indissolubilmente legata al proprio corpo ed alla immagine di esso.
Le persone che soffrono di Bulimia Nervosa sono spesso impulsive e non è raro che possano avere condotte autolesive ripetute, talvolta gravi. Ma questa malattia si associa anche avere e proprie condizioni psicopatologiche come la depressione, i disturbi d'ansia, l'abuso di alcool o di sostanze psicoattive.