Ricordo ancora quella sera... distesa nel divano...stanca delle "prese in giro"... iniziai a piangere ed inconsolabile pronunciai a mia madre quelle semplici ma rovinose parole "... dovrei mettermi un pochino a dieta" ...
Una dieta innocua che in poco tempo mi portò ad eliminare sempre più cose... portandomi all´ossessione.
Tutte le occasioni fuori casa, lontano dalla mia famiglia sono una scusa per digiunare... a digiunare per sentirmi più forte. Il cibo assunto diminuisce ma l´attività fisica aumenta... Diventa un ossessione.
Pensavo a quante calorie consumavo nel fare un esercizio... la passione e l´amore per la danza passarono presto in secondo piano...
Criteri diagnostici dell’Anoressia Nervosa secondo il DSM-5
A.Restrizione dell’apporto energetico rispetto al necessario, che conduce a un peso corporeo significativamente basso tenendo conto dell’età, del sesso, della traiettoria evolutiva e dello stato di salute fisica. Si intende per peso significativamente basso un peso che è inferiore al minimo normale o, per i bambini e gli adolescenti, inferiore a quello minimo atteso
B. Intensa paura di acquistare peso o di diventare grasso, o comportamento persistente che interferisce con l’aumento di peso, anche in presenza di un peso significativamente basso
C. Alterazione del modo in cui il soggetto vive il proprio peso o la forma del proprio corpo, eccessiva influenza del peso o della forma del corpo sui livelli di autostima, o persistente rifiuto di ammettere la gravità della attuale condizione di sottopeso
Specificare il sottotipo:
Tipo restrittivo: Durante gli ultimi 3 mesi, l’individuo non ha avuto ricorrenti crisi bulimiche o condotte di eliminazione (cioè vomito autoindotto o uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi). Questo sottotipo descrive quei casi in cui la perdita di peso è ottenuta primariamente attraverso la dieta, il digiuno e/o l’esercizio fisico eccessivo
Tipo con crisi bulimiche/condotte di eliminazione: Durante gli ultimi 3 mesi, l’individuo ha avuto ricorrenti crisi bulimiche o condotte di eliminazione (cioè vomito autoindotto o uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi)
Specificare il livello attuale di gravità: il livello minimo di gravità è basato, per gli adulti, sull’attuale indice di massa corporea (vedi sotto) o, per i bambini e gli adolescenti, sul percentile dell’indice di massa corporea. Il livello di gravità può essere aumentato tenendo conto dei sintomi clinici, del grado di disabilità funzionale e del bisogno di supervisione
Lieve: Indice di massa corporea ≥ 17 kg/m2
Moderato: Indice di massa corporea 16-16,99 kg/m2
Grave: Indice di massa corporea 15-15,99 kg/m2
Estremo: Indice di massa corporea < 15 kg/m2
CONTROLLO INCONTROLLABILE
Il disturbo ha cominciato ad affondare le sue radici in me in maniera subdola e silenziosa. A circa 15 anni ho iniziato ad abbuffarmi, pensando di soddisfare un mio impulso naturale, a cui non potevo assolutamente sottrarmi perché era insito in me. Quando però mi sono resa conto delle trasformazioni che procurava sul mio corpo, si è trasformato in un incubo.
I primi periodi di restrizione li consideravo pause felici in cui riuscivo a dominare l'impulso, mi facevano sentire piena di forze e finalmente un po’ soddisfatta di me stessa: riuscivo a mantenere il controllo, sperando ogni volta che sarebbe durato per sempre, che avrei potuto definitivamente sconfiggere il pericolo delle abbuffate. In realtà, dopo periodi di durata variabile, cedevo: ricominciavano quindi i sensi di colpa, di fallimento, di totale insoddisfazione.
Le abbuffate occupavano gran parte della mia giornata, mi impedivano di studiare, mi costringevano a rimanere chiusa in casa per la vergogna; quanto più aumentavo di peso, tanto più aumentava il senso di disprezzo e di ribrezzo verso il mio corpo.
Ero ossessionata dalla grossezza delle mie gambe, non sopportavo l’idea di sentire le cosce e le ginocchia toccarsi; percepivo ogni filo di grasso in più che andava a depositarsi sui fianchi, sulla pancia, sul sedere;
misuravo anche i più impercettibili aumenti di peso in base a quanto sentivo più o meno stretti i pantaloni o le maglie